La cosa più importante:  tre anni fa ci liberammo finalmente anche di Corbelli e dei suoi ricatti e la proprietà Armani è sicuramente la voce positiva senza se e senza ma.

La gestione operativa Armani nelle mani della "passionaccia" di Livio Proli è invece quanto meno oggetto di dibattimento. Se possiamo dare per differenti le intenzioni, gli errori, le decisioni e, molto spesso, le uscite pubbliche sono sembrate  ancora vicine al modus operandi del dinamico duo Natali - Corbelli. D'altronde e purtroppo l'imprinting cestistico di Johnny Ganassa (cit.) è stato il triennio precedente  a contatto con i suddetti signori.

Come da copione e da carriera il primo anno di Piero Bucchi fu buono, il secondo peggiore, il terzo finì con l'esonero: dopo aver sostanzialmente schifato qualsiasi eredità del mondo Olimpia precedente, Proli si è appellato al ritorno in panchina di Dan Peterson per il miracolo tardivo e alla fine irrealizzato.

Bucchi e Proli un po' come Caja e Corbelli - Natali: legami difesi ben oltre le evidenze dell'inefficacia con sacrifici di terzi a paravento. Un esempio fra gli altri? Dopo una finale e una Top 16 conquistata nel primo anno (dove ci furono momenti oggettivamente esaltanti seppur non "belli") epurazione di 9 giocatori su 14 presenti nel roster. Che vuol dire che furono risultati casuali o capolavori di un solo uomo nonostante 4/5 di quintetto base fossero da eliminare...

Tre anni che sanno un po' di spreco o meglio di apprendistato non richiesto, non obbligatorio e non obbligato per l'uomo con la passionaccia, 3 anni in cui, prima di guardare ai risultati, si poteva costruire di più, si poteva costruire prima e si poteva costruire meglio innanzitutto a livello societario.

Per chiudere ci tengo a ricordare che di basket non capisco nulla: a inizio stagione 2010 - 2011 ero assolutamente convinto che avessimo i meglio gibboni sulla piazza e nonostante tutto avremmo vinto qualcosa almeno in  Italia...