Stagione 2011 - 2012 >
MobileFeed
Se io potessi dirti addio, te lo direi
No entiendo nada, señor Scariolo...
Così vai via, l'ho capito sai
Purtroppo non ho visto la partita. E purtroppo il motivo non era una riunione di condominio.
Perché se fosse stata una riunione di condominio probabilmente avremmo vinto, come ben sapete.
Invece era una occasione per me più piacevole e quindi abbiamo perso.
Non so come e da quel che leggo è un bene. Meglio in effetti non sapere come Tusek (che pensavo fosse già cestisticamente morto quando era da noi 5 anni fa...) abbia segnato più di Bourousis e Fotsis...
L'unica gioia che ci rimane è quindi la classica Schadenfreude della sconfitta di Cantù a Roma per mano di Lino Lardo e dell'interinale Mordente che gioca e segna di più di Basile (che comunque merita 10 a prescindere, ricordiamolo...)
La vera notizia è però che l'epica lotta fra miliardari e milionari NBA si è conclusa e quindi la stagione 2011-2012 parrebbe in partenza con la prima partita a Natale e l'avvio dei training camp intorno al 9 dicembre.
Da quello che leggo mi pare di capire che, come era inevitabile, hanno perso i giocatori.
Dico inevitabilmente perché ritengo la media attuale dei giocatori NBA troppo stupida e/o troppo poco scolarizzata per essere in grado di condurre in porto fino in fondo una trattativa di tale portata.
Avrebbero dovuto essere in grado, in virtù dei passati guadagni, di sostenere più a lungo i mancati guadagni ma siccome è, per la maggior parte, gente che guadagnando 5 sta spendendo 6 e guadagnando 20 sta spendendo 25 è chiaro che ad un certo punto avrebbero dovuto cedere.
Perché una cosa che si tende a non far sapere quando viene venduto il rutilante mondo NBA è che il 60% degli ex giocatori nel giro di 5 anni è in bancarotta.
Che vuoi che sia, se tu devi vaiMa al di là dei modi e tempi la notizia che ci riguarda è che Gallinari è in partenza. Come si sapeva fin dall'inizio.
Facendo rewind sulla nostra stagione ad un certo punto sembrava che avessimo preparato gli ingredienti per una gustosa torta fatta di due campioni d'Europa, il centro della nazionale greca, un campione d'Italia, un play da quasi Final 4, giovani di belle speranze, lottatori per lo sputare sangue. Il tutto apparecchiato dal cuoco campione d'Europa.
Su questa torta si piazzava la classica ciliegina ovvero il ritorno dell'enfant du pays Gallinari che, come da reiterate dichiarazioni di intenti, avrebbe fatto la ciliegina e non più della ciliegina perché la torta era appunto già ottima e abbondante.
Oggi quindi togliere la ciliegina non dovrebbe, in teoria, lasciare nessuno a bocca asciutta.
Devo convincermi però che non è nullaIl problema è che se si va a vedere bene i vari pranzi la ciliegina è finita nell'impasto molto più spesso di quanto si diceva inizialmente. Anzi a volte è sembrato che in tavola ci fosse solo la ciliegia e non la torta o che la torta fosse di ciliegie anche se si sapeva bene che le ciliegie erano a scadenza.
Tralasciamo i perché e i percome del recente passato: la sostanza dell'oggi è che la ciliegina va via e la torta oggettivamente non c'è. Possiamo convincerci che non c'è ancora oppure cominciare a pensare che gli ingredienti non siano quelli giusti o che il cuoco non abbia ancora trovato la ricetta o etc. etc.
Possiamo anche dire che la torta faceva schifo proprio perché era di ciliege e adesso sarà una torta più buona. Ma questa torta comunque dobbiamo ancora vederla e assaggiarla in ogni caso.
In qualche modo io dovrò restare a gallaPerdiamo Gallinari definitivamente, perdiamo Hairston - il migliore per rendimento fra gli ingredienti della torta - per almeno un mese. Il tutto in aggiunta alle domande se abbiamo mai davvero trovato Nicholas e compagnia acquistata.
Quindi per restare a galla si alzano forti le voci di mercato. Voci previste perché era dichiarato che con la partenza di Gallinari un innesto sarebbe stato fatto e l'infortunio di Hairston fa pensare che possano diventare addirittura due.
SuperMontecchia, eccolo qua(?)La prima voce riguarda J.R. Bremer, play guardia USA di passaporto bosniaco passata anche da Biella 5 anni fa senza lasciare segni significativi e proveniente da annate di cifre decisamente più buone in Russia.
Vi confesso che non ricordo un singolo fotogramma di Bremer...
Detto ciò, non so perché, a me torna in mente l'annata 2005 - 2006 in cui la soluzione ai problemi di Bulleri fu individuata nell'acquisto di Montecchia. Oggi i problemi a vari livelli del reparto Cook - Nicholas - Giachetti dovrebbero essere sistemati da questo giocatore che evidentemente viene ritenuto una perla nascosta e non solo per il passaporto.
SuperGiovane, salva il giovane, libera la giovaneLa seconda voce è molto più immaginifica ovvero che perso un Gallinari arriverebbe a stretto giro di posta un altro SuperGiovane italiano ovvero Alessandro Gentile, forte dei geni paterni di precocità e cazzimma (non tanto di quelli di tiratore dalla distanza).
Detto che mi sembrerebbe strano che Treviso sbaraccasse così nettamente a metà stagione (forse lo dovrà fare comunque a fine anno ma perché decidere per una morte sportiva più rapida?) la scelta mi esalta più in prospettiva che nell'immediato: è già pronto alle responsabilità e pressioni che avrebbe a Milano in questo momento? Senza un singolo minuto di Eurolega ad esempio.
E poi, Scariolo è davvero giovanofilo? Cioé si affiderebbe davvero a un diciannovenne per minuti importanti? Al momento l'assenza di Hairston potrebbe aprire a Gentilino minutaggi almeno pari a Malik ma poi?
L'utilizzo quantomeno ondivago di Melli lascia dubbi sulla passione di talent scout di Don Sergio...
Insomma il domani è senza ciliege, speriamo che sia comunque un domani di vino e rose...
|
Gregariato di lusso
Dare voti e numeri da Oscar
Oscar Eleni è solito chiudere i suoi articoli settimanali su Indiscreto con un countdown di voti dal 10 allo zero. E' probabilmente la parte più letta degli articoli stessi perché, diciamocelo, è solitamente la meno criptica.
Il resto un po' troppo spesso richiede esegesi di tipo biblico per capire di chi si parla e perché.
Nei voti invece si va via più pari pari e piuttosto spesso ci sono spunti interessanti.
Le padelle invisibili di Gianluca BasileAd esempio prendiamo l'ultimo articolo e partiamo dal voto massimo:
Basile è uno che da sempre gode di buona stampa. Ad esempio ha vinto un premio da MVP del campionato nel 2003-04 che se non fosse per i due premi dati a Bulleri sarebbe il premio MVP più fuffa della storia: riguardatevi le cifre per cui fu premiato e confrontatele con quelle storiche nell'articolo che dedicai appunto al Bulleri doppio MVP.
Altro esempio: per la vulgata cestistica italiana Basile è un micidiale tiratore da 3 punti. Mentre, per fare un nome a caso, il grosso problema di Omar Cook è di essere un tiratore ondivago e inaffidabile.
Poi uno apre un sito supersegreto tipo quello dell'Eurolega e scopre che il micidiale Basile in carriera europea tira con il 36,2% da 3 punti: nelle ultime 3 stagioni disputate con il Barcellona fa 96 su 271 ovvero 35,4% su 4,3 tentativi a partita.
Sempre nel sito supersegreto l'ondivago Cook nelle ultime 3 stagioni disputate fa 74/196 per il 37,8% su 3,6 tentativi a partita.
Però provate a dire che Cook tira meglio di Basile e sentirete rumore di stracciamento di vesti. Ti diranno ad esempio che Basile in campionato sta tirando con il 48% da 3, omettendo che in carriera comunque è fermo al 37,2% in campionato.
Tanto per fare un paragone: Portaluppi 44,5% in carriera ma provate a vedere quanti "appassionati" di basket citano Flavio prima di Basile se gli chiedi di un grande tiratore da 3 italiano.
Riassumendo funziona così: Basile sparacchia ignorante sempre e comunque.
Quando spadella tutti gli addetti ai lavori sono casualmente distratti, chi raccoglie una penna, chi guarda belle donne in tribuna, chi gli salta il segnale televisivo.
Quando segna invece stanno guardando tutti e partono i fuochi d'artificio: 4/5 con Caserta? 10 in pagella! 2/10 contro il Fenerbahce Ulker? Non c'ero e se c'ero dormivo...
Le cifre che non tornano maiSempre nello stesso articolo passiamo al terzultimo voto che riprende un tema che abbiamo già affrontato quest'anno ovvero pubblico e conteggi:
Oscarone sembra avere in particolare ubbia la nostra attuale dirigenza operativa. Che, provando a riassumere il suo sentire, è avventizia sia rispetto al basket in generale che rispetto alla metropoli che pure tanta tradizione di basket avrebbe da condividere.
Lo capiamo e quindi più che di ubbia parleremmo di semplice constatazione.
Ma proprio perché motivi per storcere il naso i vari Proli e sodali ce ne hanno dati in abbondanza (e non si può escludere che ce ne daranno ancora...), questo attacco ci sembra fuori bersaglio.
Partiamo da alcune cifre, le affluenze dal sito Eurolega delle prime 3 partite casalinghe delle nostre ultime 4 stagioni europee:
Questa è la migliore stagione per quanto riguarda l'affluenza di pubblico con un crescita del 24% rispetto allo scorso anno. Se oggi è una affluenza da voto 2 gli anni scorsi andiamo direttamente ai numeri relativi.
Possiamo dire che siamo ancora lontani rispetto al potenziale massimo dato dal bacino d'utenza di riferimento ma dire che contro il Partizan non ci sono almeno 5.000 spettatori perché la società dovrebbe lavorare in altro modo è una forzatura.
Nell'articolo già citato abbiamo visto come si possa presentare come eccezionale, insuperabile, magistrale e commovente sia il gioco che la gestione di Cantù ma ciò nonostante non è che siccome sono passati in un palazzo più grande fanno automaticamente il tutto esaurito. Eppure, loro, sono perfetti...
Quindi dove sta l'inghippo?
La memoria storica selettivaEssendo Oscar Eleni un decano del nostro basket dovrebbe ricordare non solo selettivamente le affluenze in coppa per Milano.
E' vero che ad esempio la Tracer del 1987 sulla strada verso Losanna giocava davanti a 8.312 spettatori contro il Real Madrid ma è anche vero che 10 anni dopo la Stefanel campione d'Italia in carica di Marcelletti giocò e perse la partita che avrebbe potuto portarla alla Final 4 di Roma di fronte a 4.600 spettatori.
Insomma, senza mettere di mezzo considerazioni sociologiche su come cambia il mondo in 25 anni o in 15, è chiaro che il problema pubblico a Milano non nasce oggi con Proli, pur ammettendo che in questi primi 3 anni di gestione diretta si è riusciti ad essere più respingenti che accoglienti perdendo del tempo prezioso.
Perché - ed è l'ennesima volta che cito questa frase di Porelli a Peterson - "Per avere diecimila spettatori a Milano dovrai lavorare 10 anni".
Noi siamo al quarto di gestione Armani e 10.200 li abbiamo fatti con Siena: sembrerà ancora poco ma direi piutost che niènt, l'è mei piutost... |
Delije dei Navigli
Non credo che, nonostante la comunanza di colori, il Partizan ci odi come gli arcirivali della Stella Rossa. Però di certo questa è una vittoria che i grobari di Belgrado ricorderanno a lungo per la maniera rocambolesca in cui è maturata, risalendo con un parziale di ultimo quarto di 30 a 9 da uno svantaggio che era stato anche di 19 punti.
E la ricorderemo a lungo anche noi come una delle conclusioni più scioccanti di una partita altresì dominata praticamente per l'intero match.
Ci toccherà purtroppo ricordarla anche come la probabile tappa in cui ci siamo giocati la qualificazione alle Top 16, suicidandoci con le nostre mani.
Ma suicidandoci proprio male e lasciando davvero un brutto cadavere.
Tipo Space JamIl modo in cui siamo affondati adesso, razionalmente faccio fatica a spiegarmelo. Avete presente quando gli alieni di Space Jam depredano i vari Ewing, Barkley, Bogues di ogni capacità?
A un certo punto è stato come se ci avessero succhiato ogni talento e intelligenza cestistica iniziando dalla nostra panchina con Scariolo che non ha annusatola catastrofe incombente e quindi non è intervenuto né a tempo né a modo.
Allo stesso modo per larghi tratti della partita il Partizan, tolti Macvan e Pekovic sembrava assolutamente privo di qualsiasi capacità balistica e di gioco.
Ma sarebbe stato meglio se la sceneggiatura si fosse sviluppata in senso inverso.
Tipo Football americanoA un certo punto mi sembrava di vedere una partita di football americano. Perché era impossibile vedere più di 40" di gioco continuato.
Gli arbitri fischiavano come vaporiere e Sasha Danilovic, ora presidente del Partizan, se ne lamentava intervistato all'intervallo.
A me veniva in mente un'altra partita sempre con il Partizan, giocata 3 anni fa in cui anche li i fischi si erano sprecati. Oltre al ben noto protagonismo degli arbitri di Eurolega questo concerto per fischietto ha anche una motivazione tecnica: i serbi, squadra storicamente giovane e spesso inesperta, difendono in maniera "golosa" ovvero tentando quasi sempre la giocata per portare via il pallone, raramente contenendo o puntando a limitare.
Insomma, una difesa di grande entusiasmo che porta o a valanghe di recuperi o appunto a valanghe di falli. Il metro, con quel vantaggio poi non poteva che esserci favorevole ma devo dire che sul tecnico alla nostra panchina un brivido mi è venuto: il vento stava cambiando.
E in effetti è cambiato ma non sarebbe stato un problema se anche i nostri giocatori non avessero soffiato con estremo vigore nella direzione sbagliata...
Tipo il TitanicInutile girarci intorno. Ricchi e ambiziosi come il famoso transatlantico in questa traversata europea siamo riusciti a centrare già due iceberg e a compromettere molto la rotta.
Non che fosse facile la traversata ma noi ci siamo incagliati su due passaggi che non dovevano essere compromettenti. Ci restano 5 partite e oltre a battere i belgi e il Real Madrid in casa dovremmo ragionevolmente trovare due vittorie nei viaggi a Tel Aviv, Istambul e Belgrado. Oppure affidarci a mille considerazioni algebriche su classifiche avulse, scarti, scontri diretti etc.
Arrivo in porto molto difficile dunque, soprattutto se rimane irrisolto questo potente Tafazzismo di fondo...
|
Take me down to Assago, Paradise City
SI... PUÓ... FARE!
Come lo diceva Gene Wilder in Frankestein Junior. Si può fare se per una volta c'è finalmente la voglia giusta e la grinta giusta negli uomini giusti.
Si può fare se per una volta il metro arbitrale da Eurolega è per tutti e non solo per alcuni.
Si può fare vincendo 4 quarti su 4, stando in svantaggio solo 4 volte, lottando insomma più che alla pari davanti a un pubblico che non farà nessun altro in Italia quest'anno ma vallo a spiegare ai cenerentoli italiani.
"Dai Mancio, Cazzo!" ovvero non il solito idiotaDa queste parti poco amiamo Stefano Mancinelli. Tralasciando gli ancora ostentati passati fortitudini, ci ha sempre irritato quella Magnum potenziale di talento in un cui nuota solitamente non più di una tazzina di neuroni.
Ma stasera o ha mandato il fratello gemello intelligente o ha attinto dalla cantina la bottiglia da annata storica: canestri importantissimi, bombe da tre, difesa arcigna anche su Kaukenas. I 4 punti di Rocca e Nicholas che ci riportano in vantaggio sullo scadere del secondo periodo sono tutte merito delle sue iniziative che mettono a nudo tutte le attuali difficoltà di TeleSpalla Bob Stonerook.
MVP inaspettato ma meritatissimo.
Sweet Child o'Mine, the closerNel baseball il closer è il lanciatore specializzato a chiudere le partite punto a punto, il killer per vincere il match.
E il divin fanciullo è stato il closer della nostra vittoria mettendo a segno 9 dei suoi 15 punti nel periodo finale.
Giusto per la solita storia del brodo grasso diciamo che se Gallinari avesse messo anche le bombe nella sua partita da 24 di valutazione, l'avremmo chiusa prima. Ma poi torniamo ad ammirare le magie che ha estratto questa sera, dove ci ha fatto rivedere il magico gioco di gambe d'antan, con cui ha ubriacato sia Aradori che Carraretto prima di punirli con la smothness pre-salto Atlantico.
Dona una gioia pure a Facchini che mette nella sua collezione di doppi falli il suo scalpo insieme a quello di Stonerook: secondo voi tra Sasha Grey e Facchini chi ha fatto più uso di doppi falli?
L'azioneLa schiacciata con cui Danilo posterizza la difesa schierata a zona di Siena su assist al bacio di Cook credo sia l'immagina da scegliere e da ricordare per tutti i 10.200 del Forum.
It's the singer, not the songLa vittoria di questa sera è una vittoria di squadra. Nel senso che tutti hanno portato un contributo e tutti sono sembrati al livello di agonismo giusto per giocarla e vincerla.
Non è ancora una vittoria da gioco di squadra: sono stati i cantanti più che la canzone a farci trionfare.
Ma va bene anche così, essere stati alla fine più vivaci e pugnaci sulle palle sporche per tutti i 40 minuti è già un bel segnale.
Un caminetto per OscarSiccome temiamo che nemmeno questo pienone possa riscaldare il nostro Oscar Eleni che ormai solo nelle grufolaie canturine ritrova il calore e l'afrore del basket che fu, propongo una colletta per installare un caminetto nella tribuna stampa.
Che se non fa calore, amicizia, cortesia e bei tempi che furono un caminetto ditemi voi cosa lo fa...
Giovannino, Giovannino...Il nostro Bourousis avrebbe dovuto segnare almeno 15 punti stasera e invece non li fa. E le orecchie da tirare sono solo le sue. Nel secondo quarto in tre azioni consecutive Stonerook si fa da parte perché non può fare altro. Al massimo prova a togliergli l'appoggio dopo averglielo dato per farlo cadere nei passi.
Giovanni non non ci casca ma sbaglia poi appoggi per lui elementari.
Non piace nemmeno quella attesa superflua che fa sempre prima di attaccare il post basso in palleggio così come la pigrizia nel leggere la marcatura di Lavrinovic e Andersen che devono essere seguiti con maggiore lena anche oltre la linea dei 6,75.
Nella foga, ieri ho dimenticato il pezzo sul Leone croato...
Dove invece li seguiva con ammirevole dedizione l'ottimo Radosevic di questa sera che chiude alla grande prima con la difesa decisiva su Andersen nell'ultimo vero possesso senese e poi con la schiacciata della staffa.
Fra gli ex greci meglio quindi il silenzioso Antonis Fotsis che quatto, quatto assomma alla fine la nostra seconda valutazione della partita. Vivo anche Drew Nicholas, magari non con una bellissima cera ma è vivo e lotta insieme a noi.
Omarone e Fra' Jacopo perdono il confronto numerico con il solo McCalebb. Così come Siena riesce a disinnescare l'esplosivo Malik ma siccome la vittoria rimane di qua dal Po lo rubricherei sotto un allegro chi se ne fotte.
Codesto regolamento 'un ci garba punto!Ma è una mia impressione o sul primo tiro della partita di Andersen che si incastra sul ferro la panchina senese pretendeva non solo il possesso della palla (corretto) ma anche il cronometro riportato a 24"?
E' un caso molto specifico e sinceramente non so darlo per certo. Ma già il possesso alternato è una cagata, se poi, quando ho la freccia a favore e mi sta scadendo il tempo, posso forzare una palla a due per avere altri 24" a favore mi sembrerebbe davvero il colmo.
Su SienaNel post partita Pianigiani minimizza, si ritiene soddisfatto e fa appello alle difficoltà fisiche della squadra. Sarà..
Però è lui che decide di lasciare fuori Moss, il suo unico 3 vero, e giocare contro giocatori più alti e pesanti come Gallinari e Mancinelli con Aradori e Carraretto. Che infatti vengono spazzati via.
La mia maligna impressione è che confidava nel metro per cui quando il mismatch è sfavorevole ai verdi la difesa dei piccoli senesi è sempre eroica e mai arrangiata.
Come scrivevo e sottolineavo alla vigilia la partita di Telespalla Bob Stonerook si chiude a zero punti con un solo tiro tentato. Certo, assist e rimbalzi ma che sia in campo per 35 minuti senza mai guardare il canestro mi sembra ormai un mezzo azzardo.
Ma magari anche qui c'è la presunzione che con tutto quello che "arrangia" impunemente in difesa il saldo alla fine possa essere positivo.
Where the tube is green and the train schedule is filthy: per chiudere una nota di polemica. Ma quando riusciranno a rendere un minimo efficiente andare e tornare dal Forum in metropolitana? |
Scaramanzia, per piccina che tu sia...
Sarà capitato anche a voi: non potete vedere la partita, al massimo potete contare su aggiornamenti parziali e sporadici. Impegnati a fare altro vi chiedete come indirizzare comunque flussi positivi verso i colori biancorossi. Se alla fine la vittoria giunge anche con noi contumaci viene puntuale il pensiero che le sorti magnifiche e progressive della nostra squadra del cuore dipendano appunto dal nostro flusso che sarebbe il caso di ripetere per il prossimo appuntamento.
Io ad esempio ieri ero a una riunione di condominio e seguivo febbrilmente via telefonino riuscendo però a raggiungere solo aggiornamenti del punteggio generale: ho tremato leggendo il 34 a 30 dell'intervallo, ero irrequieto su tutte le parità dell'ultimo quarto, ho esultato (dentro) al 76 - 81 finale.
Dopo il quale ho subito pensato: forse per l'Olimpia è meglio che io segua l'Eurolega da lontano, possibilmente in riunioni di condominio...
Ai tempi dei tempiOppure a portare bene è stato andare a rivangare i nostri precedenti contro lo Spirou Charleroi. Come ho letto sul sempre ottimo Olimpiablog risalgono al 1996-97, stagione che ricordo bene ma della quale mi sfuggiva l'episodio specifico: in Belgio vincemmo di 3 sul 71 a 68 dopo aver chiuso sotto di 6 il primo tempo.
Era il primo anno di Marcelletti e tornavamo in Europa da Campioni d'Italia: arrivammo fino alla soglia della Final Four che sarebbero state a Roma, ci stoppò solo l'Olimpia Lubiana di un giovanissimo Marko Milic dopo che avevamo regolato la Knorr Bologna nel turno di play off precedente.
Avremmo fatto una impresa passando, perché da fine dicembre eravamo privi di Nando Gentile infortunato e al momento topico anche Anthony Bowie arrivò con problemi fisici che lo tennero fuori anche da mezza serie playoff con la Mash Verona.
Una squadra bella ma sfortunata che, negli ultimi 15 anni, rimane l'Olimpia che fece più strada in Eurolega.
Verso domenicaIl big match con Siena vedrà il tutto esaurito. Non diremo che sarà un vantaggio perché è già successo in passato e non abbiamo vinto. Non diremo nemmeno che troveremo una Siena dimessa perché ha perso nettamente contro il Barcellona. Perché è già successo anche che il Montepaschi si rifacesse con gli interessi in campionato.
Non diremo granché insomma, tranne una piccola nota tecnica.
Secondo noi in questo momento Siena ha un problema ovvero Telespalla Bob Stonerook, giocatore fondamentale per la difesa biancoverde e per la circolazione di palla in attacco.
Il problema è quello emerso nella famosa partita di F4 contro il Panathinaikos: Siena non vive certo dei punti di Stonerook ma se il ricciolone non segna, anzi peggio ancora non tira per gli oltre 25 minuti in cui sta in campo di media è un po' come se giocassero in 4 in attacco.
Ieri a Barcellona non ha preso nemmeno un tiro, in campionato viaggia al 25% sia da 2 che da 3. Ripeto che l'impatto di Stonerook non è mai stato una questione di punti ma oggi questo aspetto mi sembra il tema più interessante della vigilia, rispetto alla ben nota forza dei toscani.
Cenerentola, mon amourL'avevo scritto anche anni fa: uno dei problemi del basket italiani inteso come ambiente e addetti ai lavori è il cenerentolismo. Ovvero l'intima convinzione che la prosperità, l'essenza della nostra pallacanestro professionistica debba essere la tendenza al minuscolo, quasi al microscopico.
Una visione che va contro qualsiasi criterio economico e contro ogni logica soprattutto per lo sport che in Italia "inventò" la sponsorizzazione sportiva ovvero porsi come veicolo pubblicitario, inevitabilmente mirando alla maggiore ampiezza di pubblico possibile.
Partiamo da alcuni dati: Cantù gioca a Cucciago che dista 4,3 km da Cantù. Il Pianella è omologato per 3910 spettatori. Nel 2010-2011 Cantù ha una media di 3.236 spettatori a partita (pari all'83% della capienza disponibile). Nell'anno precedente la media è di 2.951 spettatori (pari al 75% della capienza).
Per paragone Milano ha 4664 spettatori di media (pari al 45% dei 10.200 del Forum) e 4.156 (pari al 40%).
Un riflesso pavloviano di certi giornalisti è appunto il paragone automatico tra presenze di pubblico a Milano e a Cantù per suggerire più o meno velatamente che il modello da seguire sia Cantù. Ad esempio Oscar Eleni:
Essendo però un riflesso ormai pavloviano manca di profondità di analisi soprattutto se utilizzato per agganciarsi ai discorsi di Bertomeu ed Eurolega. Innanzi tutto c'è un errore numerico: secondo i dati Eurolega (tentative, ma non è che si usa la spannometria solo quando fa comodo, caro Oscar...) quel giorno a Desio ci sono 4309 spettatori a Cantù e a Milano ce ne sono 3.800 che quindi fa 500 di differenza.
La partita prima a Milano il dato era 5.500 e a Desio 4.074. Nella partita con l'Olympiakos si arriva invece a 5328 presenze al Paladesio.
Che vuol dire che se Cantù si sposta a Desio ( capienza 6.500, + 60% rispetto al Pianella) che dista 17 km migliora il suo pubblico del 36% contro l'Olympiakos ma solo del 4% contro Nancy rispetto al Pianella esaurito.
Un'altra nota prima di passare a Bertomeu per un attimo: la distanza fra Piazza del Duomo a Milano e Assago è 13,2 km, fra Quarto oggiaro e Assago 16,3 km, fra viale Monza e Assago 14,9 km.
Passando appunto a Bertomeu: il commissioner della competizione Europea (che dall'anno prossimo vorrebbe per tutti palazzetti da 10.000 in su) circa un mese fa rilasciò una intervista in cui tirò in ballo malamente Giorgio Armani e Teramo per spiegare il concetto che un campionato europeo che voglia fare concorrenza all'NBA ha bisogno di certe dimensioni di mercato e quindi tende ad escludere naturalmente certe piazze.
A Teramo naturalmente grandi strepiti e accuse all'incolpevole Armani, accuse fuori luogo nella forma e nel merito. Perché non centrano la passione e i risultati sportivi, centra lo stesso ragionamento per cui l'IKEA più vicina a Teramo è ad Ancona (136km).
Le tribune vuote da 10.000 del Forum a mio parere non allarmano Bertomeu. Perché intanto ci sono. Mentre non ci sono a Siena e questo è allarmante.
Come è allarmante che ci siano a Torino e a Roma dove non ci sono però le squadre per sfruttarle al meglio.
Se andiamo a guardare sul sito della Legabasket le partite con il maggior pubblico in Italia dal 1978 a due stagioni fa, quindi un totale di 32 partite, in 16 di esse è presente Milano, 11 volte in casa, 5 volte contro Roma che è presente 13 volte.
Sono solo 8 le partite che fecero il top di pubblico senza Milano o Roma coinvolte e sono tutte partite che si fermarono sotto la famosa soglia dei 10.000.
Dire quindi che Bertomeu è preoccupato perché a Milano una sera fanno meno pubblico di Cantù è un ragionamento capzioso: se il target dell'Eurolega sono i picchi da 10.000 ci sono due sole piazze italiane che storicamente li possono garantire e sono Milano e Roma.
Forse Bologna (ma non ha il palazzetto), forse Pesaro che il palazzetto lo ha e ha la tradizione. Sostenere che siccome Cantù riempie solitamente il palazzo all'83% rappresenta il modello e il futuro del basket italiano è ugualmente capzioso: perché se sposti il suo bacino di utenza di pochi km aumentando del 60% la capienza del palazzo stesso non ottieni automaticamente un aumento del 60% del pubblico.
Perché per la famosa logica del campanile che sta dietro alla passione della provincia il suo pubblico potenziale non è più ampio dei 40.000 abitanti di Cantù stessa. Esagerando il bacino di utenza potenziale a tutta la provincia di Como arrivi a mezzo milione di persone.
Che vuol dire, mettendo nell'equazione la televisione, che se anche ne porti 10.000 a palazzo al massimo ne hai mezzo milione davanti alla televisione.
La logica del campanile non è scalabile e non è esportabile: il campanile che nasce piccolo rimane piccolo e non è questione di km per andare alla partita la mancata crescita esponenziale, altrimenti vale anche per chi deve andare da Milano Nord ad Assago.
Questo senza mettere in discussione i meriti sportivi o le capacità organizzative o societarie di nessuno.
Semplicemente non ha senso cercare di far passare come un torto o una ingiustizia il puro ragionamento economico per cui Cantù o Teramo passeranno ora e sempre lontano dai radar di un Bertomeu e invece Milano piuttosto che Roma saranno ritenuti interlocutori privilegiati nonostante tutti i loro presunti peccati mortali e incapacità.
Quindi caro Oscar, capiamoci: se la microCantù ti scalda il cuore più della macroMilano attuale buon per te. Ma in ogni caso il luminoso futuro internazionale del basket italiano, volenti o nolenti, non passa né da Cucciago né da Desio.
|
Fra' Jacopo da Livorno e il miracolo di Casale
Novipiù Casale vs. EA7 Emporio Armani Milano 64 - 67
Parto parlando di Marco Crespi a cui sono affezionato.
E' stato il coach biancorosso nei primi due anni di Io e l'Olimpia e ci ha regalato l'orgogliosa stagione Sony con Melvin Booker e DeMarco Johnson al suo top (Pigro quanto talentuoso il pingue DeMarco non ha più brillato come in quel 1998-99).
Ha tenuto dritta la barra anche nella faticosa annata Adecco, quando poteva avere Lou Bullock e invece gli fu imposto Pooh Richardson. Ci portò ai quarti di finale con una serie a suo modo epica contro Pesaro e per ironia della sorte si dovette fermare proprio contro la Verona di Bullock.
E' diventato poi negli anni soprattutto il coach che ha riportato il Piemonte alla massima ribalta cestistica, prima con Biella e oggi con Casale.
A lui e a Casale vanno tutti i nostri complimenti perché il quintetto Gentile, Malaventura, Janning, Nnamaka, Chiotti umilia due campioni d'Europa, un nazionale greco, un nazionale italiano e un nazionale montenegrino accidentalmente nato molto più a ovest.
Lo umilia chiudendogli l'area e sfidandolo al tiro da tre con una zona molto ben adattata e aggressiva, lo denuda in tutte le sue pigrizie difensive sul pick'n'roll. Non può portarsi a casa i due punti semplicemente perché da una parte le alternative si chiamano Di Prampero e Strotz e dall'altra Hairston e Giachetti.
In una selva oscuraMilano vince ma l'impressione è che ci troviamo ancora in una selva oscura in cui gli avversari sanno meglio di noi cosa siamo in grado di fare e non fare.
Ai balbettii tecnici si aggiunge poi l'abulia di 3 quarti del quintetto che aggiunta alla già nota evanescenza del numero 6 spiega perché se si fosse giocato in 5 avremmo perso e pure di brutto.
La bella vita grecaPerché tutti andavano a giocare all'Olympiakos e al Panathinaikos? Anche perché, a fronte di vagonate di denaro percepito sostanzialmente giocavi solo l'Eurolega più i vari derby contro gli arcirivali. Il resto del campionato erano si delle lotte greco romane disturbate da alcuni tiri a canestro ma se giocavi in rosso o in verde i falli contro te li fischiavano dopo la terza coltellata e quelli a favore dopo il primo rusone.Il problema dei tre ex ellenici, reduci dalle terre privilegiate ad oggi mi sembra quello, a scelta, di:
Insomma il dramma di essere abituati a lavorare part time e improvvisamente ritrovarsi ad orario pieno.
Il fu Drew NicholasCome in un moderno remake del capolavoro pirandelliano è chiaro che il vero Drew Nicholas non è più tra noi dove invece giostra un suo sosia intristito, un Adriano Meis che vorrebbe tornare ad essere il fu Drew Nicholas ma forse è fuori tempo massimo.
Poteva segnare i due liberi che avrebbero chiuso la partita sul +5 ma li sbaglia entrambi aggiungendo stupore allo sconcerto per un'altra partita da 0 di valutazione.
Per rimarcare il concetto della bella vita greca è nel campionato greco che la sua media ai liberi è finita sotto il 70% ma tanto li non era un problema...
(Sul punto liberi la sola piccola nota di biasimo all'altrimenti ottimo duo Pugliese - Casalini che fanno la cronaca su Milanow: mai nella vita Nicholas ha avuto il 90% ai liberi, anzi siamo su un 70% nemmeno troppo abbondante guardando tutte le stagioni europee e appunto in Grecia ultimamente è decaduto in zona Rocca.)
Guarda mamma, un pollo!Volevamo un Gallo, abbiamo avuto un pollo. Sia chiaro che stiamo facendo per certi versi i classici milanesi che si lamentano del brodo (di pollo appunto...) grasso ma la partita di Gallinari c'è piaciuta proprio poco.
Certo, i rimbalzi, certo le due entrate, certo i falli subiti, certo i recuperi...
Certo ma anche il tiro è un gesto agonistico e uno Gallinari non può fare 0 su 7 dal campo con i tiri che ha preso e nelle occasioni in cui li ha presi: le due "lacrime" in area ad imitatio Navarro sono state da calci in culo...
Sono tiri che si devono inventare i nani, non certo quello che una volta ci incantava di Bodiroga move e fade away. Comincio a pensare che dovrebbe sperare che il lock out non finisca se non vuole trasformarsi in un mezzo giocatore come gran parte dei giocatori odierni d'oltreoceano.
Ma forse anche l'equivoco del suo ruolo italiano sta mostrando la corda: da una parte potrebbe essere quello più forte del mazzo, dall'altra è quello su cui non puoi costruire troppo per non trovarti nudo alla sua eventuale partenza
Poi arriva Fra' Jacopo, unto dal SignoreCook ci tiene a galla nel primo tempo facendo quello che solitamente non fa. Ovvero tirare in prima persona. Illumina nei rari contropiedi ma fatica anche lui nel dare consistenza al nostro gioco.
Quando la mira di Omar si annebbia per noi sono dolori. Non basta che Mason Rocca tenga una lectio magistralis di difesa sul pick'n'roll quando le tue guardie non tengono un primo passo che sia uno su ogni blocco.
E non basterebbe nemmeno Grimaldello Malik Hairston che scardina da solo le difese schierate se il fin qui umile e umiliato Fra' Jacopo Giachetti da Livorno non fosse illuminato dal Signore e ci risollevasse praticamente da solo dal secondo baratro della doppia cifra di svantaggio.
Il premio MVP va a lui sperando sia anche quello del figliol prodigo e possa darci la stessa qualità anche nel prossimo futuro.
Ne ho solo 6 buoni o per fortuna forse no...Dalle fatiche di Eurolega si può uscire con i due punti come Siena o come noi, che non è bello né esaltante ma è meglio che prenderne 20 a Treviso.
Su questo si può essere d'accordo con Scariolo.
Sul resto un po' meno: che i problemi di Fotsis e Bourousis siano solo di depressione post Europei mi sembra buonista.
Come dicevo ho l'impressione che non siano abituati a giocare "davvero" anche in campionato, li vedo troppo svagati. E' per quello che non capisco perché, in alternativa a Fotsis, Melli parta in quintetto contro l'Efes e non veda il campo in una partita sicuramente più simile a quella con Sassari rispetto al match di Eurolega...
Per fortuna oltre ad un Hairston - che ha chiaramente una missione in testa per il vigore e la continuità del suo gioco quest'anno - può pescare l'immarcescibile Rocca e soprattutto un inatteso Giachetti.
I generali fortunati sono sempre utili ma c'è davvero molto da fare per rendere agguerrito il nostro esercito per altre e più dure battaglie.
|
Il ritorno di Preston Shumpert
Intendiamoci: possiamo anche titolare "la serata di Omar Bulleri" piuttosto che le scelte di Piero Scariolo. Come anche "quel testone di Reece Hairston", etc. etc.
Insomma per perdere contro una brutta squadra come l'Efes, Milano ha dovuto opporre una partita orrenda in cui tutti sono riusciti a sbagliare quello che non si doveva sbagliare esattamente nel momento in cui non si doveva sbagliare.
Ma fra tutti i colpevoli dovere di cronaca ci impone di segnalare la vera mente criminale del match. Che è Drew Nicholas trasformatosi, per infiniti 30 minuti, nella copia milanese del suo vecchio sodale Preston Shumpert. Nel primo quarto che indirizza subito il binario della nostra partita verso il baratro sbaglia di tutto e di più, sommando distrazioni, svagatezze, iniziative deboli chiuse con passaggi senza senso.
Non fosse il Drew Nicholas bicampione d'Europa forse sarebbe stato panchinato al 5' e mai più riproposto. Ma da una parte non si può bocciare così nettamente un giocatore dal cotanto curriculum e dall'altra è apparso chiaro che nel nostro pur sontuoso roster un buco c'è ed è proprio l'alternativa all'ex Panathinaikos.
Quando Scariolo ha provato a farne a meno in un quintetto con Gallinari da 3, l'Efes ha giocato sempre con 3 piccoli mettendoci in difficoltà. Soprattutto perché non riuscivamo mai a servire Gallinari per fargli sfruttare il mismatch che invece lui pagava, non sempre, ma più spesso dello sperato in difesa.
Quindi i minuti totali di Nicholas diventano oltre 30, chiusi con un desolante meno 2 di valutazione e ben 7 palle perse.
L'ira del Gallo: è stato strano vedere un giocatore come Gallinari che da sempre ha dimostrato una freddezza inconsueta per la sua età perdere le brocca fino ad arrivare all'espulsione. Espulsione inevitabile perché si spinge via di dosso con veemenza il braccio di un arbitro dopo il tecnico. Espulsione figlia del nervosismo per una partita in cui poco gli è riuscito nonostante chiuda da miglior nostro marcatore.
Piero Scariolo: nessuno in campo ha fatto la cosa giusta ma va anche detto che Scariolo non ha trovato davvero nessuna chiave per aiutare un team in confusione e nervosismo totali. Troppo tempo con un Nicholas dannoso o al massimo invisibile, nessun vero cambio tattico per provare a confondere le idee all'Efes che dall'inizio alla fine ha affrontato sempre la stessa nostra difesa.
Prova la carta della garra di Rocca a inizio terzo quarto ma è sembrata una scelta già un po' disperata. Difficile vedere come dice lui una seconda parte di partita in crescita, più che altro era impossibile fare peggio: le difficoltà in attacco in questa fase di costruzione ci possono stare, la mancanza di una difesa alternativa da proporre per provare a smuovere almeno le acque già un po' meno così come certe scelte apparse avventurose nei quintetti proposti.
La sigla finale: nell'ultimo quarto sull'entrata in cui Omar Cook sbaglia il più incredibile dei sottomano per il meno 2 scendono i titoli di coda. Cade quel minimo di fiducia che ci aveva portato fino a lì e si innesca la miccia finale che esplode all'espulsione di Gallinari.
Il migliore: tutti pessimi dicevo ma vale la pena dire che i minuti di Melli sono stati positivi. Riparte in quintetto dopo Sassari e 2 dei miseri 9 punti del primo quarto sono suoi, ritorna nei minuti finali dove si segnala per un bel canestro segnato in finta, palleggio, arresto e tiro.
Antonis presente: le diagnosi dopo l'infortunio a Sassari sembravano più fosche ma alla fine Fotsis è in panchina e anche in campo dove fa bene per essere un recente infortunato anche se va detto che lo 0/2 da 3 consecutivo è uno dei momenti che tagliano le gambe ai nostri tentativi di rimonta.
Per gentile concessione di Turkish Airlines? Il suicidio è tutto e solo nostro ma sommando Bertomeu presente in tribuna, le Final 4 ad Instambul e il fatto che nessuna delle tre turche in gara sembra al momento veramente irresistibile ci piace fare un po' di dietrologia.
E dire che se ce ne fosse bisogno ma anche se non ce ne fosse bisogno - come stasera - un occhio di riguardo per le squadre con la mezzaluna non è un concetto sconosciuto alla classe arbitrale.
Sull'Efes: se avesse giocato una partita minimamente decente avrebbe dovuto darcene dai 20 in su. Invece statisticamente è migliore solo ai liberi, a partire forte e poi a cavalcare le vena di Barac che segna punti decisivi mandando anche Bourousis dietro alla lavagna dei cattivi nonostante il suo top di valutazione. Kinsey più importante di Vujacic ma in generale squadra ben lontana da poter aspirare al trionfo finale, anche nel caso fosse sospinta a mani aperte lungo il percorso.
|
1-10 of 17